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L’efficacia dell’onda d’urto è correlata a due effetti:
1. l’effetto “cavitazione” (rapida formazione e collasso di bolle di vapore all’interno di un liquido) provocato dalla depressione susseguente l’impulso, che supera le caratteristiche elastiche del tessuto;
2. effetto diretto dell’impulso sul tessuto nella zona bersaglio e per fenomeni di riflessione, in punti di passaggio tra tessuti molli (tendini, muscoli) e tessuti più compatti (ossa e formazioni calcifica).
La conseguenza di questi due effetti è un aumento della vascolarizzazione nella zona colpita, per la stimolazione da parte degli impulsi sulle fibre nervose simpatiche e sulle membrane cellulari.
Si attiva quindi la secrezione di sostanze endogene che hanno come conseguenza la rimozione dei fattori infiammatori, l’inibizione delle vie del dolore e la stimolazione per la formazione di nuovi vasi (neoangiogenesi).
A livello del tessuto osseo, in caso di fratture recenti, si produce un effetto simile con aumento della vascolarizzazione e conseguente stimolazione osteogenica (formazione di tessuto osseo).
Le onde d’urto hanno vari campi di utilizzo.
Patologie ossee:
Ritardi di consolidamento;
Fratture da stress.
Patologie dei tessuti molli:
Rrigidità articolari (gomito, Spalla, ginocchio, anca);
Calcificazioni;
Miositi ossificanti;
Fibromatosi di muscoli,
Legamenti o fasce;
Tendinopatie